Sapete che il 17 aprile 2016 in Italia c’è un referendum?
Sapevatelo su Rieducational Channel!
Quanto mi mancano i tempi di Guzzanti in televisione, della sua satira e delle risate che mi facevo guardando i suoi sketch.
Quasi ogni giorno della settimana vediamo in tv programmi di approfondimento politico in cui ci sono giornalisti, ci sono comici, ci sono politici e a volte queste categorie corrispondono a singoli indivudui. La politica ha superato il calcio!
Nessuno di questi talk show parla però del referendum nazionale del 17 aprile sul rinnovo delle concessioni per le trivelle.
Visto il silenzio, e vista l’importanza del tema, ho deciso di provare ad essere uno di quegli spingitori di cavalieri che Guzzanti/Vulvia ci illustrava su Rieducational Channel.
Cercherò di spingervi a votare SI il 17 aprile e proverò a farlo con l’informazione.
Inizio con il dirvi che chi è impegnato sul fronte referendum sta combattendo una doppia battaglia:
- da un lato informare le persone sull’esistenza del referendum e ovviamente sull’importanza del raggiungimento del quorum. Visto che in Italia non andare è come votare NO, la campagna si concentra sul SI;
- dall’altro fare informazione con approfondimenti dei contenuti legati al quesito referendario;
La prima battaglia ci costringe ad usare anche messaggi brevi e non esaustivi perché dobbiamo sopperire alla mancaza di informazione pubblica. Vi chiedo dunque di essere un po’ più clementi con chi pubblica immagini o video in cui non è spiegato in ogni dettaglio il tema del referendum, le informazioni approfondite ci sono e sono moltissime. Per farle arrivare è però necessario che le persone sappiano che sono chiamate ad esprimersi su un tema importante, su un bene importante: l’ambiente.
A parte questa introduzione andiamo ai contenuti.
Cosa chiede il referendum?
Il referendum chiede di esprimerci sul divieto di rinnovare le concessioni esistenti entro le 12 miglia delle coste italiane.
Potete scopire in questo articolo del Sole 24 Ore quali sono le trivelle coinvolte.
Cosa implica questa domanda?
Nel caso in cui vincesse il SI raggiungendo il quorum, le suddette piattaforme dovranno interrompere l’estrazione di gas o petrolio una volta terminata la concessione in essere, che è di 30 anni più un possibile rinnovo di 10.
Questo significa che in ogni caso il cambiamento che produrrà il SI non sarà immediato ma transitorio, non sarà uno stop al petrolio perché le trivellazioni più lontane di 12 miglia dalla costa continueranno a seguire la normativa esistente.
Perché allora è importante votare SI?
Votare Si è fondamentale, non solo importante.
Lo è perché il SI è un segnale di cambiamento verso un futuro sostenibile attento all’ambiente, all’economia locale e ai temi sociali oltre a quelli ovviamente politici. Iniziare dal non rinnovare le licenze in atto per arrivare ad abolire completamente le fonti di energia non rinnovabile.
I danni effettivi e possibili delle trivellazioni offshore sono inestimabili, danni ambientali diretti come ha dimostrato di recente Greenpeace nel suo rapporto “Trivelle fuori legge”, ma anche danni indiretti o ipotizzabili.
La pericolosità delle trivelle offshore è altissima nonostante si sostenga la sicurezza di queste strutture. Ne è un esempio lampante il disastro avvenuto nel 2010 nel Golfo del Messico quando un danno alla piattaforma Deepwater Horizon ha prodotto uno dei più gravi disastri ambientali della storia (approfondisci qui).
Questa pericolosità è ampliata dai rischi naturali che caratterizzano il nostro territorio. Nel Canale di Sicilia, ad esempio, sotto il livello del mare è presente il vulcano Empedocle, che pochi conoscono. L’intera area presenta una continua attività vulcanica che causa esplosioni e terremoti, questi fenomeni sono stati causa dell’emersione, nel 1830, dell’isola Ferdinandea che si è poi nuovamente inabissata. Avere trivelle in aree come questa è come costruire su un pendio franoso.
Sul piano economico credo che le compagnie petrolifere e di estrazione gas siano le uniche ad avere interessi economici reali. Chi sostiene che ci sia il rischio della perdita di migliaia di posti di lavoro non considera che il risultato del referendum non causerà effetti immediati ma chiusure dilazionate in 20 anni, con tutto il tempo quindi per una conversione dei lavoratori, magari in produzione di energia rinnovabile o altro.
Altro dato da considerare, anche se a mio avviso meno importante, è che il nostro Stato incassa solo il 7% di quanto estratto (10% per il gas), contro l’80% della Norvegia o il 25% della Guinea, giusto per citare due stati molto diversi tra loro.
Per tutti questi motivi #IOVOTOSI.
Voto SI perché con questo referendum stiamo parlando del futuro che vorrei.
Anche se la vittoria del SI non eliminerà tutte le trivelle dai nostri mari #IOVOTOSI perché voglio che il mio voto indichi quella direzione e non rinnovare le licenze per chi le ha entro le 12 miglia è un primo passo importantissimo.
Se vuoi contribuire e diventare anche tu uno spingitore di cavalieri, segui questo link e scarica il materiale della campagna.
Cambia le immagini di profilo dei tuoi social, condividile con gli amici, stampa le locandine e diffondile in tutti i negozi e le attività che frequenti, ma soprattutto approfondisci le tematiche e parla con le persone! Impegnati perché questo paese rimanga una democrazia.
Se invece hai altri dubbi e domande chiedi pure, farò di tutto per poter rendere l’informazione il più trasparente possibile.