Scrivo questo post perché sono stanco…
Ieri (5 maggio 2013) sono stato all’incontro sullo Statuto del Comune di Palermo alla Real Fonderia. All’incontro erano presenti: il Sindaco Leoluca Orlando, gli assessori Giusto Catania, Agnese Ciulla, e Tullio Giuffré oltre ai rappresentanti del Comitato per il Bene Collettivo, promotori della riscrittura dello Statuto ed ovviamente i cittadini.
Il tema centrale dell’incontro è stata la parola partecipazione.
Erano passati pochi minuti dall’inizio del confronto e con frequenza sempre maggiore veniva introdotta la parola gratis.
Come fosse un mantra ripetuto in modo distratto e continuo per farlo entrare in modo indelebile nell’inconscio pubblico, un fotogramma nascosto in una pellicola, un messaggio subliminale. L’uso del subliminale, oltre ad essere deprecabile, richiede però una certa invisibilità e discrezione, invisibilità che ieri come in altre occasioni è venuta meno trasformandosi in vanto.
Durante gli interventi degli assessori sono stati citati alcuni cittadini che in questo momento stanno aiutando l’amministrazione su diversi fronti. Puntualmente, ad ogni citazione di questi “consulenti”, il caro Sindaco Orlando non mancava di rimarcare con orgoglio che tutte queste consulenze professionali sono assolutamente gratis! (c’è addirittura un albo del comune per professionisti volontari!)
Ma dove può esserci orgoglio nel non pagare le persone? Perché nessuno dei presenti si è indignato alla sottolineatura di questo vanto?
Cita l’articolo 1 della nostra costituzione: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.“
e cito ancora dall’articolo 3: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
La gratuità, nel lavoro, significa esclusione sociale. Sono pochi a potersi permettere di dedicare il tempo ad un lavoro non retribuito e questo processo porterà ad un divario sempre maggiore tra i ceti sociali portando i più poveri a non poter partecipare ai processi decisionali di sviluppo, non consentendogli dunque di dare il loro apporto intellettuale al paese perché segregati in un call center sottopagati per non elencare infinite altre possibilità anche peggiori.
Il rischio del dilagare di questa dinamica è già in corso e proprio durante l’incontro è stato citato un altro esempio di virtuosismo della gratuità. Il celeberrimo bando senza premio! Il Comitato per il Bene Collettivo (da cui non mi aspettavo una cosa del genere) ha infatti lanciato alcuni bandi per la riprogettazione di alcuni spazi pubblici cittadini, ovviamente è stato dichiarato con orgoglio che il premio per i vincitori non ci sarà e quindi il tutto non avrà un costo. Ancora una volta le idee e dunque i lavori intellettuali non avranno compenso e quindi rivolti a chi del compenso non ha bisogno.
A proposito sapete di chi è il logo di Palermo 2019? Il logo è stato scelto come migliore in un concorso in cui l’unico premio era la sola notorietà….vi lascio divertire cercando il numero di volte in cui è stato citato il nome dell’autore.
E’ ovvio che il problema non è in questa amministrazione o l’altra, il problema siamo noi tutti.
Noi che partecipiamo ai concorsi senza premi, noi che non paghiamo i collaboratori, noi che per collane e cellulari paghiamo all’istante ma per idee, cervelli e servizi pensiamo di poter far aspettare mesi il pagamento.
Dobbiamo investire nelle persone se vogliamo migliorare il mondo, sono le idee il miglior prodotto del genere umano.
Ah! Giusto un’ultima cosa prima che cerchiate a lungo e invano: l’autore del logo di Palermo Capitale della Cultura 2019 è l’arch.Leonardo Artale.
P.S.: ovviamente non sono contro il volontariato e neanche contro tutte le forme di apporto gratuito, voglio solo sottolineare l’enorme differenza esistente tra il fare un regalo e il chiedere un regalo.